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Il Counseling in italia

Cos’è il Counseling

La parola counseling (talvolta indicata come counselling) proviene dal verbo inglese to counsel, cioè consigliare, avvertire, aiutare.

Già da questo primo chiarimento è evidente che counseling è molto più di un semplice consulting, quindi di una mera consulenza.
Il termine indica un’attività svolta da un counselor professionista nei confronti di un cliente (tecnicamente counselee) per orientarlo, sostenerlo e sviluppare le sue potenzialità.

L’obiettivo è promuovere in lui atteggiamenti attivi, propositivi e stimolare le sue capacità di scelta.

Oggetto dell’attività di counseling possono essere contesti specifici (famiglia, lavoro, scuola ecc.) o capacità generali (decision making, instaurare relazioni interpersonali positive, superare i propri limiti, ecc.)

Counseling e coaching

Con questa chiara definizione in mente, appare evidente quanto l’attività di counseling si avvicini a quella di coaching, processo che offre al cliente (coachee) strumenti necessari all’elaborazione e identificazione di obiettivi chiari e delle risorse necessarie per perseguirli con efficacia.

Presupposto di partenza di entrambe le discipline è che ognuno di noi abbia delle potenzialità latenti, da scoprire e utilizzare attraverso un percorso formativo di cui il professionista – counselor o coach – è strumento, un facilitatore.

Questo legame è confermato nei fatti, anche in Italia, da EM Consulting, società di Formazione counseling e coaching fondata nel 2003 dall’attuale direttore dell’Accademia, che da più di 10 anni, prepara professionisti in entrambi i settori.

 “Il counseling è una relazione educativa tra un professionista e un cliente (singolo, coppia, famiglia o gruppo) il cui scopo è migliorare la vita del cliente.
Il counselor attraverso l’ascolto profondo, il confronto, l’orientamento, la comunicazione efficace e altri strumenti professionali, aiuta il cliente ad affrontare e superare le difficoltà personali, relazionali o lavorative, non invalidanti, che lo portano a chiedere aiuto.
Il counselor guida inoltre il cliente a scoprire e utilizzare al meglio le proprie risorse personali ancora inesplorate e lo  aiuta ad  essere più libero rendendolp in grado di aiutarsi. Obiettivo ultimo è rendere il cliente completamente autonomo, anche dal counselor stesso”.

Le origini del Counseling

Il termine counseling (o counselling) è stato utilizzato per la prima volta da Frank Parsons nel 1908 per indicare genericamente un’attività rivolta a problemi sociali o psicologici.

Mentre una demarcazione più specifica e moderna risale al 1951, quando Carl R. Rogers, uno dei padri del counseling, lo definisce “una relazione nella quale il cliente è assistito nelle proprie difficoltà senza rinunciare alla libertà di scelta e alla propria responsabilità”.

È Rollo May, altro padre fondatore, a definire il compito del counselor: “Favorire lo sviluppo e l’utilizzazione delle potenzialità del cliente, aiutandolo a superare eventuali problemi di personalità che gli impediscono di esprimersi pienamente e liberamente nel mondo esterno […] il superamento del problema, la vera trasformazione, comunque, spetta solamente al cliente: il counselor può solo guidarlo, con empatia e rispetto, a ritrovare la libertà di essere se stesso”.

Le finalità e l’ambito di attività sono in seguito chiariti nel 1990 dalla BACP (British Association for Counselling and Psychotherapy): “Il counselor può indicare le opzioni di cui il cliente dispone e aiutarlo a seguire quella che sceglierà. Il counselor può aiutare il cliente a esaminare dettagliatamente le situazioni o i comportamenti che si sono rivelati problematici e trovare un punto piccolo ma cruciale da cui sia possibile originare qualche cambiamento. Qualunque approccio usi il counselor […] lo scopo fondamentale è l’autonomia del cliente: che possa fare le sue scelte, prendere le sue decisioni e porle in essere”.